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Abba, una parola! - 2

"Fra i tesori della sapienza ci sono massime sapienti"

(Sap 1,25) 

Le parole sono preziose, pesano, non vanno buttate al vento”, dicevano tutti gli abba a chi li visitava. Di comune accordo alcuni amici decisero di ritrovarsi di quando in quando per raccontare ciascuno la parola che il proprio abba gli aveva detto. Ed ecco i vari racconti.

don Vigilio Covi

  

01 Abba, una parola!

Una signora devota confidò ad abba Serafino: “Abba, sono preoccupata, non so cosa mi succeda. Quando inizio a pregare mi vien sonno. Cerco di resistere, ma devo fare una gran fatica”. L’abba sorrise con benevolenza, poi le diede questa parola: “Buon segno, «Il Signore riempie di beni i suoi amici nel sonno», dice un salmo. Se dormi non poni resistenza a Dio che lavora nel tuo cuore”.

 

02 Abba, una parola!

La signora preoccupata per il sonno nella preghiera rimase contenta sì, ma insoddisfatta. Avrebbe desiderato comunque essere sveglia durante la sua preghiera. Lo disse, e l’abba: “Chiedi al Padre di donarti amore per lui, e rimarrai sveglia, come ha chiesto Gesù ai discepoli nel Getsemani. Per questo ti offrirai a lui per portare la sua croce. Il sonno svanirà”.

  

03 Abba, una parola!

Parlavano della preghiera e del suo influsso sulla vita dei credenti. Chiesero all’abba come mai arrivano tante distrazioni e tentazioni durante la preghiera. Disse senza dubitare: “Le preoccupazioni materiali o spirituali disturbano. Sono uno dei primi ostacoli alla preghiera e alla vita del credente. Somigliano alle spine tra cui cade il seme del seminatore. Non permettono alla Parola di crescere e portar frutto. Sarà utile affidarle tutte, e affidarsi, all’amore potente del Padre”.

04 Abba, una parola!

Parlavano di molte cose tra loro, impegnati in grandi dissertazioni con impegno di intelligenza e esperienze vissute. Abba Paolo ascoltava in silenzio. Quando lo interpellarono, disse: “«Né dall'oriente né dall'occidente né dal deserto viene l'esaltazione, perché Dio è giudice» (Sal 75,7-8). Gli uomini di ogni cultura possono dire la loro, ma se non interrogano e non ascoltano il nostro Dio non sono credibili”.

05 Abba, una parola!

Ero preoccupato perché, quando ho deciso di obbedire al Signore, ho avuto molte difficoltà, ostacoli a non finire. Sono andato da abba Francesco, e lui, con tanta serenità e pace, mi disse: “«Intorno a lui si scatena la tempesta» (Sal 50,2 e 3). Non temere, tutto in regola con i progetti di Dio. Egli è abituato alle tempeste”. La parola di Dio che mi ha citato dal Salmo mi ha dato coraggio e pace.

  

06 Abba, una parola!

Lamentavo spesso con l’abba il fatto che il Signore non mi ascolta, non mi esaudisce subito. Una volta mi sentii rispondere con dolcezza: “«Davanti al Signore un giorno è come mille anni» (2Pt 3,8). Quando avrai la pazienza del Signore sarai felice!”.

07 Abba, una parola!

Dissi al mio abba che Gesù vuole deludere la gente. Infatti, quando «Gli dissero: “Tutti ti cercano” (Mc 1,37)», non li ascoltò, non li esaudì. Sai cosa mi rispose? “Impara da lui. Non devi accontentare gli uomini, ma amarli. E li amerai quando farai la Volontà del Padre”.

08 Abba, una parola!

Un giovane arrivò a far visita ad abba Gregorio: “Abba, vuoi sapere chi sono io?”. Gregorio reagì: “Certo, sono contento di conoscerti!”. Allora si fece coraggio: “Sappi che io sono biondo di capelli”. “Oh! A me paiono castani, ma non sono importanti le caratteristiche del tuo corpo esteriore. A me preme la tua statura interiore. Me la farai conoscere?”. E, dopo un attimo: “Ti voglio bene perché tu sei figlio del Padre mio, amato dal mio Gesù. Questo mi basta: so che anche a te è affidata la missione di portare nel mondo l’amore di Gesù!”.

 

09 Abba, una parola!

Il giovane, che aveva tastato il terreno, proseguì: “Allora, abba, nemmeno t’importa che io mi senta di essere donna?”. L’abba non si scompose: “No, non voglio sapere cosa tu ti senti di essere. Io so che sei amato da Dio e che per te è morto Gesù. Ti voglio bene per questo. Quanto riguarda la tua sessualità, tienilo coperto, come copri le parti intime. Me ne parlerai solo quando cercherai un aiuto per usare quest’aspetto della vita per la tua missione nel Regno dei cieli”.

10 Abba, una parola!

“Puoi darmi quest’aiuto?”, disse sorpreso il giovane. E l’abba: “Se ti senti donna, mentre gli altri ti ritengono uomo, pazienta, rinnegando te stesso, come insegna Gesù. Puoi sopportare d’essere considerato diverso da ciò che tu senti di essere. Non imporrai agli altri di ritenerti diverso da ciò che i loro occhi vedono. Pochi riescono a fare questa fatica: la subirebbero come violenza. E tu rimarresti incompreso. Non importa quel che sei: importa di chi sei. È importante che tu sia a disposizione di Dio e dell’amore vissuto da Gesù sul Calvario! Dimentica quel che sei, metti in luce di chi sei!”.

11 Abba, una parola!

Il giovane rimase senza parole. Stava riflettendo, ma non sapeva da dove cominciare i suoi pensieri. L’abba l’aiutò: “È impossibile per un uomo rispondere alla domanda: «Chi sei?». Potrebbe dare cento risposte, ma risulterebbero tutte parziali, quindi insoddisfacenti e ingombranti. E per di più tutte ti renderebbero più solitario di quel che sei. Tu vivi in relazione, sei membro di una famiglia, di una società, di una comunione. Se mi dirai di chi sei, ti conoscerò molto di più e meglio. Se poi mi dirai da quali mani sei accompagnato, quale Dio ti guida, allora…”.

12 Abba, una parola!

Il giovane iniziava a rasserenarsi, ma era ancora senza parole. L’abba percepiva di essere capito, perciò gli disse ancora: “Se mi dici di chi sei, posso fidarmi non solo di te, ma anche di colui cui appartieni. Non importa che tu sia giovane o meno, istruito poco o molto, povero o ricco, occupato o disoccupato, patentato o senza patente, dotato di poca o molta intelligenza, uomo o donna o ambivalente, astuto o sempliciotto. Dimmi di chi sei. Se so, per esempio, che tu appartieni a Gesù, so quanto posso fidarmi di te, so che sei membro di quella Chiesa di cui anch’io mi vanto, so che in qualche misura fai parte della mia vita. Anche le tue caratteristiche sessuali, se tu sei di Gesù, ubbidiranno a lui”.

13 Abba, una parola!

Disse ancora: “Ricordo che da bambino talvolta dovevo passare nei campi vicino a delle persone che stavano lavorando. Vedendo un bambino, s’interessavano di me, ma mai mi chiedevano «Chi sei tu?», bensì la domanda rituale era: «Di chi sei?». E quando sentivano il nome di mio papà o di mia mamma erano soddisfatti. Sapevano già tutto di me!”. All’abba pareva di aver parlato abbastanza e con chiarezza. Tacque, attendendo qualche reazione.

14 Abba, una parola!

L’abba non si era scandalizzato per i sentimenti provati da quel giovane che non sapeva chi fosse. Sentiva di essere diverso da quanto ritenevano gli altri, quindi gli pareva di essere da loro giudicato o rifiutato, ignorato o sfuggito. Non si accorgeva di essere lui stesso a mettere tutti in difficoltà, come se facesse violenza ai loro occhi e ai loro orecchi e al loro discernimento. Le parole dell’abba gli avevano aperto un nuovo orizzonte. Il giovane timidamente volle salutarlo: “Grazie, abba. Sento già che vedere Gesù come mio Signore mi libera dalla mia preoccupazione. Egli mi renderà capace di guardare gli altri, invece che me stesso”.

15 Abba, una parola!

Due mamme con i loro figlioli s’incontrarono davanti alla cella dell’abba. Si salutarono e iniziarono un dialogo: “Porto il mio bambino a ricevere una benedizione dall’abba perché iniziamo la preparazione alla Prima Comunione”. “Anch’io sono qui per lo stesso motivo: accompagnerò poi il bambino tutte le domeniche alla santa Messa”, rispose l’altra. La prima si meravigliò: “Tutte le domeniche? Non è troppo? Io non ho tempo, e lui ha altri appuntamenti, corsi, allenamenti e gare. Se potrò, ve lo accompagnerò una volta al mese”. Si affacciò alla porta abba Germano. “Di cosa parlate, figliole? E voi bambini, cosa desiderate?”.

16 Abba, una parola!

Quando l’abba seppe l’argomento del loro dialogo, divenne serio. Chiese alle mamme: “Che cos’è la prima Comunione?”. Una disse subito: “È una gran festa. Mi impegnerà molto a preparare le bomboniere, a cercare il ristorante, a fare gli inviti, a convincere i parenti di mio marito a partecipare”. Al che abba Germano scosse il capo: “Commedie, e inizio di tragedie”.

17 Abba, una parola!

Poi l’abba disse: “Il vero motivo della Festa non lo conoscete. Farete commedia. E per il bambino sarà tragedia, rimarrà privo della vita vera, e tra quindici anni vi rimprovererà”. Abba Germano era serio. Si sedette a spiegare parola per parola la verità della sua conclusione. “Non obbligate vostro figlio a prendere in giro Gesù. Se per Gesù non ci sono rinunce, il figlio imparerà che il vostro Dio non vale nulla”.

  

18 Abba, una parola!

Come mai Gesù si richiama alle profezie dicendo: «Così sta scritto»? Sono importanti anche per lui? La sua santità e i suoi prodigi non bastano alla nostra fede? Interrogai il mio abba, che mi ascoltò attento, poi disse: “La risposta te la dà uno dei profeti, che scrive: «Io avevo annunciato da tempo le cose passate; … prima che avvenissero te le feci udire, per timore che dicessi: “Il mio idolo le ha fatte, la mia statua e il dio da me fuso le hanno ordinate”» (Is 48,3.5). Le promesse dei profeti sono garanti della verità della nostra fede in Dio: ciò che succede nella vita di Gesù non è suggestione, né opera umana, né è attribuibile ad altra divinità”.

19 Abba, una parola!

Abba, quando cammino per strada, ovunque io vada, incontro molti stranieri. Questo mi preoccupa, fino a esser preso da paura”. Parlai così ad abba Silvestro. E lui, alzando gli occhi al cielo: “«Io sono straniero sulla terra» (Sal 119,19)”. Poi rivolto a me: “Perché sei venuto qui? Chi pensi che io sia? Qui stai incontrando uno straniero”.

  

20 Abba, una parola!

Raccontavo ad abba Salvatore che pare che il Signore non mi voglia ascoltare, perché gli chiedo molte cose, tutte buone, ma non ne accade neppure una. Immagini la sua reazione? Alzò lo sguardo al cielo, ripeté tre o quattro volte: “«Dammi vita secondo la tua parola» (Sal 119,25)”. La ripetei anch’io, e compresi che la preghiera serve a convertirmi, che devo cercare solo la Parola del Signore, cercare Gesù. Ora vedo tutto sotto una nuova luce.

21 Abba, una parola!

Stavo lamentandomi col mio abba Serafino per le sofferenze che dovevo sopportare. Alla salute cagionevole si aggiunse un particolare preoccupante. Egli mi sorrise, e, alzando lo sguardo disse, pregando: “«Nulla è intatto nelle mie ossa per i miei peccati» (Sal 38,4)”. Mi lasciò con l’intima certezza che il vero male di cui è necessario lamentarmi sono i miei peccati. L’umiltà che mi ritrovai dentro dopo questa preghiera mi donò serenità e riconoscenza.

22 Abba, una parola!

Chiesi al mio abba Davide: “Abba, come sono «le pecore senza pastore»? Non le ho mai viste”. Concluso il suo lavoro, rispose: “Sono come gli uomini senza Gesù: sicuri di sé, ma disorientati. La loro bocca mangia, ma la loro anima è affamata, anzi, vuota, tanto esile che nemmeno la vedi. Cercano affetto e sicurezza e pace da chi non gliele può dare”.

  

23 Abba, una parola!

Riferii all’abba che una donna mi confidò di non riuscire a pregare il salmo 51, quando dice: «Nel peccato mi ha concepito mia madre» (7). Ella diceva: “Significa che sono stata concepita nel peccato? e che io peccavo quando concepivo i miei figli? Il ricordo di quei momenti disturba la mia preghiera e mi mette ansia”. Abba Pietro mi ascoltò, poi mi invitò: “Spiegale tu quel salmo: ‘Quando mia madre mi concepì io ero già peccatore: il mio peccato era quello di Adamo’ ! Vedrai che le tornerà la serenità con una profonda umiltà”.

24 Abba, una parola!

“Come mai, abba, hai detto che ero già peccatore quando sono stato concepito? Non potevo né sapere né volere, non potevo commettere peccato”, dissi confuso. Sorrise, e poi: “Certamente. Tu allora non commettevi alcun peccato, ma eri peccatore, orientato a salvare te stesso, a guardare a te invece che al Padre tuo. Già erano presenti le radici dell’egocentrismo e dell’egoismo: crescendo te ne sarai accorto, con l’arrivo dei tuoi primi capricci”. Ringraziai abba Pietro. Riflettendo, ho capito che per questo la Chiesa al Battesimo ha chiesto la mia liberazione dal peccato, e da Satana, che continua a proporcelo”.

25 Abba, una parola!

Un abba santo, Macario, ebbe a dire: “Guai alla nave senza timoniere”. Dissi che è una verità ovvia. Allora abba Giovanni esclamò: “Il timoniere della tua anima chi è? Il timoniere della tua famiglia chi è? Quando ti fai guidare da Gesù non devi temere”.

  

26 Abba, una parola!

Dopo la preghiera del mattino espressi ad abba Felice un pensiero che mi aveva occupato: “Abba, la preghiera di oggi diceva: «Quando verrà, dal suo tremendo giudizio ci liberi la sua grazia». Non c’è contraddizione in queste parole: tremendo giudizio e sua grazia? Come possiamo attribuire a Gesù tutt’e due queste…”. L’abba mi sorrise, poi fissò il grande crocifisso appeso, e rimase assorto, obbligandomi al silenzio. Quindi…

27 Abba, una parola!

Quindi mormorò: “Il suo «tremendo giudizio» lo ha pronunciato Giuda sistemando la corda sull’albero. La «sua grazia» l’ha vista Pietro tra le lacrime. E tutt’e due le vedo io quando dico: «Pietà di me, peccatore». Il tremendo giudizio c’è per ogni peccato, la sua grazia si riversa su tutti i peccatori che si umiliano”.

28 Abba, una parola!

Dissi al mio abba: “Sono andato ad ascoltare uno che dicevano essere famoso teologo. Parlava molto bene di Dio, di Gesù, della Chiesa. L’ho ascoltato volentieri. È davvero bravo!”. Mi rispose: “Le sue espressioni ti avviano a dire «grazie», ti sollecitano a pronunciare il tuo «eccomi»? Ti sono di stimolo a sostare in silenzio davanti alla croce di Gesù?”. Non seppi rispondere. Allora concluse: “Non elogiare l’uomo”.

29 Abba, una parola!

Ho avuto un colloquio con un abba della città. Parlava con termini appropriati, con espressioni eloquenti, talvolta per me difficili. Ero incantato. Riferii il tutto ad abba Giovanni. Egli ascoltò con attenzione, poi disse: “Sapeva anche tacere?”. Rimasi senza parole. Non ero stato attento a questo aspetto. L’abba concluse: “Chi sa tacere può comunicare Spirito Santo anche quando parla”.

  

30 Abba, una parola!

Abba, è vero che Martin Lutero voleva essere più cattolico degli altri cattolici?”: questa domanda fu rivolta al mio abba da un uomo serio. Rispose: “Appunto per questo protestò”. Allora l’uomo mormorò: “E quelli che oggi fan di tutto per essere più cattolici degli altri?”. L’abba, con sicurezza: “Nello spirito sono già protestanti. Lo diverranno anche nella forma. Gesù rimane lontano da loro, ed essi non se ne accorgono nemmeno”.

31 Abba, una parola!

Abba, quelli che si ritengono più cattolici degli altri hanno un cipiglio… Il loro volto è corrucciato, duro, spesso triste; non è il volto di chi si abbandona a Dio e gode di lui”, così confidò un’amma ad abba Vincenzo. Questi continuò: “Nel cuore hanno giudizio e critica verso i loro fratelli e talvolta contro i loro pastori: dal Signore non possono ricevere Spirito Santo. Riescono forse a sorriderti, ma in casa propria diffondono tristezza. Non danno testimonianza al Signore Gesù: non è l’intento del loro essere cristiani”. …

32 Abba, una parola!

L’amma stava in silenzio, attendendo ancora qualche parola da abba Vincenzo, che le disse: “Chi protesta, in particolare contro i pastori, non ha più la strada della santità sotto i piedi. Chi protesta rinuncia ad essere umile, ritiene di capire tutto e di più, crede a chi critica e giudica e parla male, chiunque egli sia, senza verificare. A chi non sa attendere e pazientare, Gesù non si manifesta”! Un altro abba aggiunse: “Il diavolo accompagna chi è fuori della strada dell’umiltà e dell’obbedienza. Chi non conosce obbedienza e umiltà è in suo potere”. …

33 Abba, una parola!

L’amma rimase silenziosa. Poi mormorò: “E l’unità e la comunione?”. Vincenzo s’illuminò: “Dove non ci sono umiltà e obbedienza, l’unità e la comunione restano apparenti. Le persone che protestano si ritengono unite tra loro, ma seguono ognuna le proprie idee, e perciò si moltiplicheranno tra loro le divisioni, le fazioni, le discordie. È ciò che vuole Satana, aiutato dai suoi inviati occulti. Solo chi si fa plagiare è unito a chi li domina. Per conto di quei cristiani protestatori Gesù rimarrebbe sempre da solo a portare la croce del peccato del mondo”.

  

34 Abba, una parola!

Io dicevo della mia fede e il mio amico descriveva la sua. Abba Daniele, ascoltandoci, sorrise: “Parlate della fede come di un portachiavi da tenere in tasca. Non è essa la relazione che vivete con il Padre vostro? Non è la fiducia che lui manifesta verso di voi e voi verso di lui?”. Ci guardammo, e il mio amico chiese: “Abba, allora come possiamo descrivere la nostra fede in Dio?”. Rispose: “Potete viverla, abbandonandovi a lui, ringraziandolo e facendo la sua santa Volontà, come i santi e gli angeli. Se volete parlarne, raccontate quando e come vi siete affidati alla sapienza di Dio, come avete obbedito alla sua parola, al suo Gesù!”.

35 Abba, una parola!

Ero preoccupato per la mia salute. E cercavo a cosa o a chi dare la colpa del mio malessere. Avevo sentito dire che se ci capita qualche male è perché qualcuno ci odia o ha invidia per i nostri successi. Riferii questi miei dubbi ad abba Pietro, e lui: “«Nulla è intatto nelle mie ossa per il mio peccato» (Sal 38,4). La causa del tuo male non è da cercare lontano: è dentro di te. Fin che non sistemi la tua anima, sarai anemico e debole e potrai essere aggredito da ogni parte, anche dalle malattie”. …

36 Abba, una parola!

“E come faccio a sistemare la mia anima?”, gli chiesi. Abba Pietro si guardava attorno come uno che cerca qualcosa. Non trovando nulla, mi fissò con tenerezza: “«Venite a me, voi, stanchi e oppressi». La tua anima sarà sistemata quando riposerà… nel cuore di Gesù Cristo. Fuori da esso, sarà sempre fuori posto”.

  

37 Abba, una parola!

Una ragazza si presentò all’abba per dirgli: “Alcuni abba mi hanno detto che quello che faccio col mio ragazzo è male. Per me invece è bene, piacevole e utile. Il mio ragazzo mi cerca”. L’abba la fissò negli occhi in silenzio. Iniziò a rispondere: “Non devi chiederti se quel che fai è bene o utile per te, ma se è gradito al Padre nostro. Così dice la nostra preghiera: «Quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto» (Sal 51). Se non vuoi ritrovarti ingannata e piena di delusioni, ascolta chi ti fa conoscere la sapienza di Dio, e così non farai ciò che è male ai suoi occhi”.

38 Abba, una parola!

Siamo sposati da molti anni e adesso abbiamo difficoltà a capirci. Ho l’impressione che mia moglie pensi a qualcun altro. Non voglio pensarci, ma soffro”. È la confidenza di un uomo ormai attempato. L’abba interpellato, Felice, si limitò a chiedere: “Il giorno del vostro matrimonio avete fatto entrare la preghiera in casa vostra?”. Non ebbe bisogno di tempo per ricordare: “No, abba, mai. Qualche volta andavamo a Messa insieme, ma in casa non abbiamo mai pregato”. Allora Felice: “Nella vostra casa i demoni non si sentono a disagio. In casa vostra Gesù non ha trovato il posto per il deposito di armi per scacciarli. Adesso vedi il frutto del loro lavoro. Comincia subito a importare in casa il pregare”.

39 Abba, una parola!

Dimostrava un po’ di orgoglio, benché intendesse confessarsi. Chiese ad abba Paolo: “Abba, quando vengo a confessare i miei peccati, devo dire poco o tutto?”. L’abba si meravigliò della domanda. Disse: “Quando preghi non dici forse: «Dall'orgoglio salva il tuo servo» (Sal 19,14)? Di’ ciò che ti suggerisce l’umiltà, e sarai salvato, altrimenti qualche radice di peccato rimane in te e tra un’ora dovrai tornare. Quando strappi la gramigna dal tuo orto, strappi poco o tutto?”.

 

40 Abba, una parola!

Abba, ho bisogno dell’esorcismo”: lo dissi ad abba Pietro. Mi rispose: “Qual è il leone che si aggira in casa tua cercando di sbranarti? Gli hai fatto sentire odore di carne viva? Non hai tenuto chiusa la porta durante le notti?”. Capivo a mala pena le sue domande. Allora lui: “Il primo esorcismo lo devi preparare tu stesso. Tu sai che il maligno teme il Signore, e solo lui. Farai in modo che Gesù rimanga stabile nel tuo cuore e nella tua casa, e non ci sarà bisogno di altri esorcismi”.

41 Abba, una parola!

Interrogavano l’abba su come pregare, come comportarsi, come vestirsi. Volevano regole precise, persino minuziose. “Purtroppo”, rispose l’abba, “chi desidera regole, manca di fiducia nel Padre e di amore fraterno. Svilupperete questo; se occorre, verrà lo Spirito Santo ad istruirvi. Lo ha promesso Gesù!”.

42 Abba, una parola!

Parlava, parlava, parlava. Il bello è che parlava di fede, di speranza, di carità. E parlava di Gesù e dello Spirito Santo. Abba Felice approfittò di una breve pausa per suggerire: “Più ami parlare, meno trasmetti Spirito Santo. Il molto parlare somiglia al gridare della indovina di Filippi” (cfr. Atti 16,17-18). …

  

43 Abba, una parola!

Amma Rosa sbottò: “E chi era l’indovina di Filippi?”. Abba Felice nascose lo stupore per l’ignoranza dell’amma: “Era una schiava con doti medianiche. Indovinava il futuro di chi pagava i suoi padroni. L’apostolo Paolo con Sila non pagava nulla, eppure lei continuava a gridare dietro a loro: «Questi uomini sono servi del Dio altissimo e vi annunciano la via della salvezza». Era vero quel che gridava, ma lei non si convertiva a Gesù. Paolo, pur riconoscendo la verità delle parole, s’accorse che lo spirito con cui le pronunciava non era da Dio, e perciò la esorcizzò; smise di gridare e di indovinare!”.

44 Abba, una parola!

Volevano imparare a pregare. Lo dissero ad abba Placido, aspettandosi di essere da lui istruiti in merito. Questi si schermiva. Sapeva che si deve pregare sempre, come ha detto Gesù, e che si impara a pregare solo pregando. Data la loro insistenza, mormorò: “Ripetete fino alla nausea: «Sei il mio Dio e ti rendo grazie» (Sal 118,28). La nausea non verrà”.

45 Abba, una parola!

Un giovane aveva pregato insieme agli altri, e gli rimase impresso l’inizio di questo salmo: «Quanto sono amabili le tue dimore, Signore degli eserciti!» (84,2). Interrogò abba Giacomo: “Abba, ho due domande. Quali sono le dimore amabili? E come mai sono amabili le dimore dove il Signore sta con gli eserciti?”. Giacomo era abituato a pregare, e sapeva che ogni preghiera è una ricchezza: “Una dimora del Signore sei tu. Proprio perché in te dimora il Signore, sei amabile”. Il giovane fu soddisfatto, ma attendeva la seconda risposta. …

46 Abba, una parola!

Ed ecco la risposta alla seconda domanda: “Quanto agli eserciti del Signore… Pensi che siano eserciti armati di spade e lance, pronti a uccidere? Il Signore non è re dei regni di questo mondo, ma del regno dei cieli. I suoi soldati sono armati di vino e olio”. Il giovane rimase senza parole, non capiva. Allora Giacomo si spiegò: “Nei suoi eserciti il Signore arruola soltanto buoni Samaritani. Questi sono pronti a versare il vino per disinfettare le ferite e l’olio per lenire il dolore di chi è colpito dai soldati degli eserciti del principe di questo mondo”. Per ringraziare cantarono tutti alcune volte: “Alleluia!”.

 

47 Abba, una parola!

Un’amma si schermiva sempre quando qualcuno la ringraziava o parlava bene di lei. Voleva essere umile, ma chi le aveva rivolto un elogio rimaneva male. Un giorno abba Serafino assistette ad un simile dialogo. Intervenne: “Amma, sai come ha reagito Maria Ss.ma quando Elisabetta l’ha chiamata «Beata»? Le ha forse risposto: «Ma che dici? Io beata?». No, ha iniziato invece a cantare di gioia e a benedire il Signore che l’ha resa proprio beata!”.

48 Abba, una parola!

Abba Giovanni, passando, udì un uomo che rimproverava la moglie. Quell’uomo pareva avesse tutte le ragioni, l’avrebbe capito anche un bambino. Tuttavia il tono della voce gli parve strano. Si fermò e disse all’uomo: “Buon uomo, ritengo che tu abbia tutte le ragioni, ma hai anche tutti i torti”. Quello non s’aspettava un simile complimento, e si giustificò: “Se io ho tutte le ragioni, tutti i torti li ha lei”!

49 Abba, una parola!

Allora Giovanni spiegò a quell’uomo: “Le ragioni che hai detto sono vere, ma il modo è tutto sbagliato. Le tue parole venivano dalla sapienza del Signore, ma la voce con cui le hai pronunciate è quella del diavolo”. E aggiunse: “Tua moglie non ricorderà le tue sagge parole, ma l’asprezza della tua voce; si rattristerà, si abbatterà, e non riuscirà ad agire come tu le hai proposto”.

  

50 Abba, una parola!

Ho visto il mio Oroscopo di oggi. Ne fui soddisfatto, e quando incontrai l’abba, glielo riferii. Mi fissò stupito, senza parole. “Abba, come mai non ti rallegri con me?”, gli dissi. Allora lui, con pace: “Ti ritenevo credente, ma non lo sei. Chi ascolta l’oroscopo non ascolta Dio. L’oroscopo ha sapore dolce, ma è veleno mortale. Ti rende vanitoso e materialista, ti immerge nel mondo dei demoni, tu che sei stato immerso nella Trinità. Ti svuota di tutta la santità. Ti umilierai e chiederai subito benedizione”. Lo feci, e ritrovai la forza della fede.

51 Abba, una parola!

Il mio abba prima di darmi consigli mi ascolta, e ascolta persino i miei silenzi”, mi confidò un amico. Ed io potei rispondergli: “Il mio preferisce darmi benedizioni piuttosto che consigli”. “Ti aiutano le sue benedizioni?”, mi chiese l’amico. Potei dire: “Le benedizioni mi danno la certezza di essere amato e aumentano la fiducia anche in me stesso, anzi no, nei doni che Dio mi ha dato. Giovano più dei consigli! Dopo la benedizione il Signore stesso suscita in me pensieri e decisioni nuove”.

  

52 Abba, una parola!

Marito e moglie avevano partecipato ad una serie di conferenze su problemi sociali, e là avevano udito la parola che si usa per certe macchine: ‘reset’. Un conferenziere diceva che la società intera va ‘resettata’. I due coniugi avvicinarono abba Gregorio, sapendo che egli intuisce le insidie e le trappole del mondo. Il marito pose la domanda, e la moglie la completò: “Pare strano che si usi questa parola per gli uomini. Non è che vogliono tacere qualcosa? Ha parlato anche Gesù in questo modo?”. …

53 Abba, una parola!

Abba Gregorio sorrise: “Non è strano. Il mondo è in balia di mammona, e la sete di denaro e di potere ha le sue strade per sedurre. Gli uomini adorano il vitello d’oro, quello su cui s’infransero le tavole di Mosè. La parola ‘reset’ dice un ritorno alla ‘situazione iniziale’. L’apparecchio resettato è come te lo consegna la fabbrica. Le modifiche che tu, o altri per te, hanno apportato per migliorarlo, vengono cancellate, eliminate”. La donna esclama: “Forse ho capito. Parlando di amore e di perdono, Gesù ha apportato molte modifiche alla società tutta pagana d’allora, e di ogni popolo che lo accoglieva. Quelle modifiche, benefiche, ci aiutano a vivere ancora oggi. Se le cancelliamo…”. …

54 Abba, una parola!

“Se le cancelliamo”, continuò Gregorio, “la società torna allo stato iniziale. Si cancella ogni iniziativa che sappia di amore: ospedali, case di cura per poveri e anziani, libertà di pensiero e di parola, opere di volontariato d’ogni genere, scuole, dalle materne alle università, persino le banche che custodiscono i tuoi risparmi, la libertà di lavoro, la famiglia fondata sull’amore; realtà tutte nate e cresciute in conseguenza alla morte e risurrezione di Gesù e al dono del suo santo Spirito!”. Tutto questo e altro ancora verrebbe cancellato dalla società. …

55 Abba, una parola!

Il marito, con preoccupazione, intervenne: “Lo stato iniziale, a cui vorrebbero tornare, qual è? Quello cominciato da Caino? Quello dei contemporanei di Noè, e quello di Sodoma? Quello che prevedeva la schiavitù?”. Gregorio continuò: “Sì, quello dove vigeva la schiavitù: riesci a immaginarlo?”. “Allora”, continuò l’uomo, “è proprio vero che col Vangelo si progredisce, senza Vangelo si regredisce, si torna nel vuoto, nella schiavitù, nella confusione”. E l’abba: “Prepariamoci a dare testimonianza, ad accogliere il martirio. Gesù ci doni il suo Spirito di fortezza e santità”. …

56 Abba, una parola!

Era presente al colloquio abba Pacifico. Disse: “Fratelli, non dimenticate che nostro Signore è attento alle preghiere! Molti figli di Dio stanno pregando, come Abramo e come Mosè sul monte, e perciò avverrà che «Il Signore annulla i disegni delle nazioni, rende vani i progetti dei popoli» (Sal 32,10)”. Gregorio approvò: “Anche Maria, la Madre di tutti, ci invita a pregare: lei sa che la preghiera dei figli viene esaudita! Possiamo vivere in pace, con serenità”.

  

57 Abba, una parola!

“Abba, sono contento perché io sono umile. Mi sono messo all’ultimo posto, non ho fatto valere le mie doti, ho lasciato credere che sono buono a nulla. Sono soddisfatto di me! E credo che anche Gesù sia contento di me”: così un uomo ad abba Vincenzo in mia presenza. L’abba si limitò a commentare: “Sì, è vero, sei ricco di umiltà orgogliosa”.

58 Abba, una parola!

La moglie di un brav’uomo venne da abba Pacifico per confidarsi. Gli rivelò una serie di sospetti e accuse contro il marito. L’abba, che guardava la croce di Gesù, comprese che qualche affermazione aveva origine da gelosia, altre dall’invidia, altre da antipatia per la suocera. L’abba con pazienza ascoltò, poi le disse: “Cambia la serie di produzione della tua fabbrica”. La donna comprese male e disse: “Io non possiedo fabbriche”. E l’abba: “Sì, hai una fabbrica con catena di montaggio di pensieri negativi”.

59 Abba, una parola!

Raccontai ad abba Marco: “Ero con una persona di religione musulmana. Quando ci siamo seduti a mangiare, per paura che si offendesse, non feci il segno di croce. Lui, che conosce le nostre abitudini, sai cosa mi ha detto? «Se non sei coerente con la tua fede, il tuo Dio non può fidarsi di te. Potrò fidarmi io?»”. Abba Marco mi disse: “La coerenza non dispiace mai, soprattutto se è testimonianza di fede”.

  

60 Abba, una parola!

Dissi al mio abba: “Abba, noi amiamo tutti, questa è volontà di Dio. Quindi accogliamo tutti nella Chiesa, senza badare a religione e a stile di vita. È così, non è vero?”. Ed egli: “Certamente, noi includiamo tutti, tutti quelli che amano Gesù e lo vogliono seguire. Si troveranno in compagnia dei martiri e dei santi”.

61 Abba, una parola!

Volli continuare col mio abba il dialogo a proposito di… inclusione: “Dio vuole che tutti siano salvati”. Egli senza tentennare: “Sì, questa è la volontà di Dio. Eppure Gesù, a chi lo abbandonava, non disse: ‘Resta, … ti farò posto anche se non accetti le mie parole’, e invece ha detto ai suoi: «Volete andarvene anche voi?» (Gv 6,67)”! Compresi che l’inclusione, per Gesù, e quindi per la Chiesa, ha delle regole precise.

62 Abba, una parola!

Io dicevo: “Rispetto tutte le religioni”. Abba Gregorio corresse: “Io rispetto tutti gli uomini”. Gli chiesi: “Che differenza c’è?”. “La differenza c’è. Gli uomini sono creati a somiglianza di Dio: li rispetto per questo, anche fossero nell’errore. Le religioni, se non vengono da Dio, non meritano rispetto: sono menzognere, inganno per gli uomini. Chi le pratica non accoglie il Figlio di Dio”.

  

63 Abba, una parola!

Come mai, abba, Gesù parla di occhio sano e di occhio malato? Non riesco a capire il suo discorso”, disse una donna ad abba Giuseppe, che rispose: “I nostri occhi possono avere dei difetti. Quelli cui si riferisce Gesù, sono gli occhi del cuore. Quando uno ti parla, tu puoi ascoltare la sua parola come un dono, oppure come un’offesa. Dipende con che ‘occhio’ guardi chi te la rivolge: occhio benevolo o occhio sospettoso, o addirittura invidioso?”.

64 Abba, una parola!

Chiesi ad abba Felice: “Abba, perché la Sacra Scrittura dice: «Non sa tenere i piedi in casa sua la donna straniera» (Pro 5,20)?”. Mi disse: “In Israele la donna straniera è pagana, non conosce Dio, non lo ama, e perciò non conosce la fedeltà, e non ha pace nel cuore, né conosce la gioia. Sarà sempre alla ricerca del piacere, e, se non ce l’ha, cerca, va, prova ovunque con chiunque. I suoi piedi fremono. Se cerchi una donna per te, saprai adesso come regolarti!”.

65 Abba, una parola!

Leggendo le Scritture m’imbattei in questa frase: «Di' alla sapienza: "Tu sei mia sorella", e chiama amica l'intelligenza, perché ti protegga dalla donna straniera, dalla sconosciuta che ha parole seducenti». (Pro 7,4-5). Chiesi ad abba Paolo che mi spieghi. Gli fu facile: “La sapienza di Dio sarà tua sorella: di essa ti puoi fidare. E su di essa fonderai i tuoi ragionamenti, e le tue scelte. Non ti fiderai dei sentimenti, perché quelli possono cedere alla seduzione. La donna senza fede, cioè straniera e sconosciuta, ha questa esca per attirarti, la seduzione. Userai l’intelligenza sapiente, quella insegnata da Gesù”.

   

Detti dei padri del nuovo deserto 01 - 02 - 03 - Abba, Benedici!  -  Abba Bartolomeo (Padre nostro)  -  Gesù, il Nome rivelato   

Sentinella vigile  -  Messa - Sono credente? - Credo - Raccontarono  -  Abba, dimmi una parola! (1) -