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OMELIE / Omelie IT

14 lug 2024
14/07/2024 - 15ª Domenica del T.O. - B

14/07/2024 - 15ª Domenica del T.O. - B

Iª lettura Am 7,12-15 dal Salmo 84 IIª lettura Ef 1,3-14 Vangelo Mc 6,7-13

Sembra quasi che San Paolo non sia capace di trovare le parole per esprimere tutta la sua riconoscenza a Dio Padre per l’amore che ci ha manifestato in Cristo Gesù. Egli riassume, nella pagina che abbiamo sentito oggi, la profondità del mistero dell’amore di Dio, mistero che ci fa contemplare la nostra storia in una luce del tutto nuova, rispetto alla conoscenza che gli uomini possono avere di se stessi.

Egli ci ha scelti perché siamo suoi figli, e quindi perché anche noi portiamo nel mondo la bellezza e il gaudio dell’amore. Diventiamo suoi figli attraverso l’accoglienza in noi di Gesù, il Figlio amato. È grazie a questo Figlio che anche noi siamo lavati dalle colpe di cui la vita nel mondo ci ha imbrattati.

Non siamo stati solamente lavati, ma anche rivestiti di grazia, cosicché ci troviamo interiormente rinnovati con una nuova sapienza e una nuova intelligenza, che riesce a farci comprendere non solo la realtà in vista di un’economia materiale, ma anche i disegni imperscrutabili di Dio in vista del suo amore che deve diffondersi per cambiare dal di dentro tutta l’umanità.

Tra questi disegni il principale è quello di far sì che Cristo Gesù possa essere l’inizio e il termine di tutto: da lui devono partire i nostri pensieri e le nostre decisioni, e lui deve essere il traguardo dove tendono tutti i cuori. L’apostolo esprime così il disegno del Padre: “Ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra”.

Questo è il modo, l’unico modo, per cambiare la storia dell’uomo da storia di peccato, di discordia e di dolore, a storia di concordia, di pace e di letizia profonda e condivisa. Perché ciò sia possibile ecco il dono che noi, credenti in Gesù, abbiamo già ricevuto, lo Spirito Santo!

San Paolo ha una grande chiarezza nel vedere la bellezza del mistero dell’amore di Dio per noi e cerca di comunicarcela, perché anche noi non viviamo più dipendenti e influenzati dalle piccole cose e necessità del nostro corpo, e quindi tristi, tentennanti e assonnati. Egli vuole comunicarci la sua gioia e la certezza della sua fede e la profondità del suo amore.

È quest’amore gioioso che fa sì che gli apostoli di Gesù obbediscano con gioia al Maestro per andare in mezzo al mondo. Là dove essi vanno non troveranno sempre accoglienza: essi non saranno sempre attesi, eppure essi vanno. Il loro camminare è un continuo atto di fede, di speranza e di amore.

È fede perché obbediscono a Gesù senza preoccuparsi di se stessi: perciò non prendono nulla con sè che sappia di garanzia economica o comodità di vita. Essi si fidano della tenerezza del Padre che sa provvedere alle loro necessità, a quanto sarà utile per il loro annuncio del regno che viene.

È speranza, sicurezza della bontà del proprio annuncio, stabilità nel loro cammino, certezza che i beni promessi stanno per arrivare nella vita nostra e di tutti quelli che ascolteranno la Parola.

È amore per gli uomini tutti, perché cercano i più sofferenti e fragili, gli ammalati e quelli agitati interiormente dagli spiriti che rendono l’uomo schiavo di orgoglio, di invidie, di impurità, di ira e superficialità, il cui frutto è solo oppressione e fatica. A questi uomini, la cui vita è schiacciata dal peso del peccato diffuso nel mondo, essi propongono la conversione, cioè di accogliere il vangelo, la buona notizia che Dio li vede e li ama e dona loro il Figlio suo, Gesù.

Gli apostoli partono, fiduciosi in Dio e non negli uomini, che possono anche rifiutarli: come precursori, cui ispirarsi, ci sono tutti i profeti di Dio.

Essi, come Amos, il profeta mandriano e contadino, non offrono qualifiche umane per farsi accettare, ma solo la certezza della chiamata di Dio e la sua Parola in bocca. Di fronte a loro noi oggi ci poniamo in ascolto attento, per non rifiutare il dono e i doni dell’amore del Padre nostro!

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