OMELIE / Omelie IT
19 mag 2013 19/05/2013 - Pentecoste - C
19/05/2013 - PENTECOSTE - C
1ª lettura At 2,1-11 * dal Salmo 103 * 2ª lettura Rm 8,8-17 * Vangelo Gv 14,15-16.23-26
Gli apostoli “si trovavano tutti insieme nello stesso luogo”. Questo particolare dell’unità è ben sottolineato da Luca perché importante. L’essere uniti e l’esserci tutti è già segno della presenza e dell’opera dello Spirito di Dio, che viene nel mondo proprio per unire ciò che è diviso. Nel mondo regna ovunque la divisione, frutto dell’egoismo presente nel cuore di ogni uomo, frutto della distanza da Dio, sia quella liberamente voluta che quella ereditata dalla famiglia o dalla società. La divisione tra gli uomini è entrata con il primo peccato e si approfondisce ogni volta che il peccato si ripete. Questa divisione, che coinvolge tutta la società, è diventata evidente a Babele: qui gli uomini si industriavano a costruire una civiltà senza Dio, convincendosi di essere autonomi e capaci di tutto pur prescindendo da lui. Ed è stata la fine di ogni benessere umano e terreno, la fine di ogni comunione e collaborazione e di ogni solidarietà. Non pensiamo a diecimila anni fa, perché abbiamo sotto gli occhi quanto avviene oggi in Europa e nel resto del mondo. I nostri «grandi» vogliono unire il mondo, e vogliono farlo senza Dio, cioè senza il suo amore; per farlo, i più ricchi, servi del denaro, di mammona, si accordano sottomettendo gli altri in una sorta di schiavitù, senza che questi se ne accorgano.
L’amore di Dio per gli uomini interviene, grazie a Gesù, inviando nel mondo il suo Spirito Santo: questi cambia dall’interno il cuore dell’uomo, e quindi inizia a rinnovare la faccia della terra. Lo Spirito Santo ha bisogno di cuori che si lascino riempire e possedere da lui: comincia dagli apostoli di Gesù!
Gli apostoli si ritrovano insieme nel nome del Signore, in obbedienza a lui. Questa obbedienza è già opera dello Spirito Santo, ed è la condizione perché egli possa venire ad occupare ancora più spazio nella loro vita fino a riempirli di gioia, di coraggio, di doni per l’evangelizzazione del mondo. Inizia così il cambiamento di tutta l’umanità: coloro che odono il nome di Gesù, che ne sentono annunciare la morte e risurrezione, che vedono l’amore per lui nel coraggio dei Dodici e nei loro occhi, ecco, tutti costoro possono aprire la propria vita a ricevere il dono che viene dall’Alto. Gesù ce lo presenta col titolo di “Paraclito”: è un termine questo che non si può tradurre con una sola parola. Paraclito è colui che assiste l’uomo in ogni situazione, per consolarlo o per difenderlo, per sostenerlo o per incoraggiarlo, per ricordargli ciò che è essenziale o per rinvigorirlo, per rivestirlo di sapienza. Gesù ci assicura di ottenercelo da Dio Padre. Unica condizione appunto è che noi amiamo lui. “Se mi amate…”. L’amore per lui dev’essere non puro sentimento, ma fatti concreti, obbedienza cioè alle sue parole.
Anche se siamo peccatori, ci assicura San Paolo, lo Spirito ci fa vivere e realizza la novità. La novità è questa, che non abbiamo più paura, che non siamo più attanagliati o imprigionati dalle nostre debolezze e fragilità.
La presenza dello Spirito Santo ci fa sentire sicuri, perché ci rende figli di Dio e quindi suoi per sempre, per sempre capaci di amare e di offrirci. Quando è vivo l’amore in noi, è presente e operante la gioia nel profondo del nostro cuore, una gioia che attira il mondo circostante, cioè i nostri fratelli, in un vortice crescente di donazione di sè. Il mondo cambia davvero, e cambia in positivo. Questa è l’esperienza che già abbiamo vissuto, e questa è la strada per continuare a cambiare la nostra società. Accogliamo perciò lo Spirito Santo aprendo il cuore all’amore di Gesù! La Babele che ci circonda diventerà una famiglia, la divisione che fa soffrire lascerà il posto alla comunione e alla vera pace.
Quando le varie lingue, che segnano la divisione dei popoli, professeranno la medesima fede nel Signore Gesù, allora ci sentiremo e saremo fratelli. Altre strade per costruire la pace non ci sono, o sono già segnate dal fallimento. Altre vie per unire i popoli e il mondo sono solo illusione: chi ha voluto usare lo sport per unire popoli diversi non ha fatto altro che dare occasioni nuove perché la divisione si manifesti ed esploda. È Gesù la nostra pace, perché lui solo ci manda il suo Spirito che edifica la Chiesa. In essa Gesù è sempre presente e vivo ed operante. In essa lo possiamo incontrare e da essa siamo aiutati ad obbedirgli, per essere anche noi assistiti e illuminati e guidati dalla luce, dalla forza, dalla consolazione dello Spirito Santo!
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