OMELIE / Omelie IT
09 dic 2012 09/12/2012 2ª Avvento C
09/12/2012 - 2ª Domenica di Avvento - C
1ª lettura Bar 5,1-9 * dal Salmo 125 * 2ª lettura Fil 1,4-6.8-11 * Vangelo Lc 3,1-6
Questi giorni di Avvento ci dovrebbero abituare a stare in attesa. A dire il vero noi siamo sempre in attesa: infatti attendiamo miglioramenti della nostra vita, attendiamo cambiamenti, attendiamo visite mediche, attendiamo qualche attenzione da parte di qualcuno… Queste nostre attese ci fanno stare in tensione, ci rendono inquieti, spesso alimentano una certa rabbia...! L’attesa cui ci esercita l’Avvento è diversa, è un’attesa che ci fa stare nella gioia. Attendiamo infatti il salvatore, colui che ci guarisce dai nostri mali e aggiunge a tutti gli aspetti della nostra vita significati nuovi.
Le profezie che leggiamo in questo periodo sono tutte annuncio di felicità. Baruc, il segretario del profeta Geremia, nella pagina che abbiamo sentito, annuncia alla città di Gerusalemme gioia e felicità. I mali cui era stata sottomessa saranno risanati. Il popolo è stato deportato, ma, ecco, ritornerà. La città devastata e ridotta a macerie risuonerà ancora dei canti di persone che vivono in armonia a comunione. Dio non mostra più il volto corrucciato, ma, anzi!, adopererà il popolo per manifestare la sua gloria. La misericordia che Dio userà per il popolo sarà evidente, tanto che Dio ne guadagnerà onore davanti a tutti.
La vera gioia annunciata al popolo è profezia del Messia. Quando questi arriverà, ci sarà gioia per tutti, perché è lui che compirà il Vangelo, la buona notizia della benevolenza di Dio. Giovanni Battista annuncia solennemente l’imminenza dell’arrivo di colui che è atteso. Se egli viene, noi gli dobbiamo preparare la strada. Quali sono i burroni che devono essere riempiti e i monti che devono essere abbassati e le vie tortuose che devono essere spianate? Colui che viene, viene dal cielo, e non ha certamente bisogno di guardare dove mettere i piedi per arrivare. Quei burroni e quei monti sono dentro di noi. Dentro di noi ci sono le voragini, i vuoti di fede e di sapienza, che impediscono la presenza di Dio. E dentro di noi ci sono le montagne di orgoglio e di vanità che non lasciano spazio all’amore di Dio, che è umile e mite.
Ecco il periodo di Avvento, tempo di gioia, ma anche e soprattutto di impegno. Non possiamo vivere come se ogni giorno fosse carnevale, con superficialità e ricerca del divertimento e del piacere. Questo è un burrone da riempire, altrimenti il Signore ci deve lasciare nello scontento tipico di chi continua a divertirsi e non ci può adoperare per la gioia di nessuno nè per la crescita dell’armonia e della pace attorno a noi. Non possiamo poi vivere fermi nell’orgoglio di pensare d’essere a posto, di non aver bisogno di nessuno, nemmeno di dover imparare a pregare nè di dover imparare ad amare. L’orgoglio è una montagna che scoraggia chiunque, Dio compreso, ad aiutarci, una montagna che pesa sulla nostra vita e cancella ogni serenità e ogni gioia.
Giovanni predica la conversione attraverso il battesimo che egli stesso conferisce. Egli predica non ai cosiddetti «grandi» che danno il nome alla storia, ma alla folla anonima di coloro che ammettono di essere peccatori e accorrono nel deserto. Là non ci sono tutti i comfort, là c’è solo il silenzio che permette di ascoltare e di meditare la Parola di Dio e di giungere ad una decisione ferma di amare e seguire il Signore.
San Paolo ci consola con la sua assicurazione di preghiera. La sua preghiera è anzitutto un ringraziamento perché noi siamo già attivi nel regno di Dio. La vita dei cristiani fedeli è un dono per tutti, è cooperazione all’annuncio del vangelo. E poi la sua preghiera è richiesta a Dio per noi del dono del discernimento. Un buon cristiano infatti sa discernere la volontà di Dio dalle superficialità e vanità dell’uomo. Di questo discernimento abbiamo bisogno permanente, perché continuano a cambiare le situazioni in cui viviamo, e ogni giorno quindi abbiamo necessità di luce e chiarezza. Il discernimento è poi necessario in particolare per riuscire a cogliere la presenza di colui che viene, i suoi segni, le sue richieste quotidiane. Alla preghiera di San Paolo ci uniamo anche noi, gli uni per gli altri. Chiediamo al Padre discernimento per vivere la nostra vita nella luce della fede e nell’attesa ardente di Gesù.
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