OMELIE / Omelie IT
NATALE 25 dicembre 2011 006 Natale del Signore
25/12/2011 - NATALE DEL SIGNORE domenica
Notte Isaia 9,1-3.5-6 Sal 95/96 Tito 2,11-14 Luca 2,1-14
Aurora Isaia 62,11-12 Sal 96/97 Tito 3,4-7 Luca 2,15-20
Giorno Isaia 52,7-10 Sal 97/98 Ebrei 1,1-6 Giovanni 1,1-18
Il profeta Isaia ci offre la sua gioia a tutt’e tre le Ss. Messe. È il “bambino nato per noi” il motivo di una gioia nuova e prorompente, gioia moltiplicata, che si propaga come un fuoco che avvolge tutti i popoli. Quel bambino raccoglie tutti i titoli più belli, perché è lui che realizza quella pace che tutti gli uomini e tutti i popoli agognano da sempre senza vedere mai la fine delle guerre e dei pericoli. Egli è e sarà Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace! Gli uomini sono un pericolo l’uno per l’altro, fino a che non venga quel bambino a cambiare i cuori, a riempirli di gioia, a fare in modo che nessuno desideri null’altro che lui. Quando egli occupa un cuore d’uomo, quell’uomo non è più avido di denaro, non vuol più essere padrone di altri uomini, non si sente più soggiogato da nessun superbo, non è più rattristato da nessuna notizia, perché è lui la Notizia. Tutti i messaggeri fanno a gara a dare notizie, ma quella che distribuisce pace e gioia, consolazione e salute non riescono a donarla, nemmeno essi la conoscono. I messaggeri della Notizia che diffonde la gioia e la vita sono celesti, sono gli angeli, che iniziano il loro lavoro a Betlemme, nelle campagne, nella notte. Non ci aspettiamo che si facciano messaggeri di questa notizia di gioia gli uomini, quelli che si fanno grandi e ricchi con le notizie che diffondono. Non cercate perciò sul giornale e nemmeno sul telegiornale l’annuncio che viene dagli angeli. Volete essere allietati? Venite qui, dove cantano i messaggeri celesti. Fermatevi qui. Ritornate qui. Qui, dove la notizia è sempre fresca, nuova, forte, decisa. Qui quel bambino, che è un figlio dato per noi, rimane, qui continua ad accogliere e a farsi accogliere. Qui sua Madre lo presenta anche a te, come ai pastori. Qui sua Madre ti accoglie nel suo silenzio, perché i fatti diventino oggetto della tua riflessione e sostegno del tuo vivere. Maria ti presenta la sua fede, lasciandoti vedere quel Bambino che lei ha fasciato. La sua fede non è nascosta: gliela puoi leggere sul volto e puoi percepirne il peso guardando le sue mani. Maria ha creduto, come Elisabetta ha testimoniato. Ella ha preso sul serio la Parola dell’angelo, l’ha riconosciuta Parola di Dio, si è offerta per realizzarla, ed ora lei per prima è sorpresa al vederne il frutto.
Noi osserviamo il Bambino e siamo qui per il Bambino che ci viene presentato da Maria. Su di lui si concentra l’attenzione del cielo e della terra. Ora sono gli angeli e i pastori a rappresentare il mondo visibile e quello invisibile. I pastori affiancano gli angeli nel testimoniare il mistero di Dio. I pastori non lo meritano, ma… trovami tu qualcuno che lo meriti! Per la loro indegnità i pastori meritano maggiormente la nostra fiducia. Dato che sono quelli che stanno sempre fuori, fuori delle città e fuori del tempio, fuori dei discorsi dei sapienti e delle mire dei grandi, proprio per questo sono ritenuti vicini da quel Dio presso cui non c’è preferenza di sorta, anzi, che preferisce semmai quelli che gli altri evitano di incontrare. Essi non sapranno dire con parole eloquenti il mistero di cui sono testimoni, sarà invece la loro vita gioiosa a manifestarlo.
Il mistero di oggi è vita, è luce, è Parola, il mistero è un Uomo che inizia ora a vivere in una mangiatoia. Egli porta il cielo sulla terra, per questo è mistero. Vicino a lui non siamo più terrestri, siamo celesti anche noi, benché sempre peccatori. Per noi infatti è venuto. Per noi è luce, per noi è vita, per noi è grazia e verità. Oggi anche noi iniziamo ad essere mistero a noi stessi, se ci avviciniamo a lui. E se perseveriamo nello stare vicino a lui anche il mondo attorno a noi si trasforma. Non deleghiamo ad altri la trasformazione del mondo terribile che ci circonda. Noi diventiamo cielo sulla terra quando stiamo stretti a quel bambino che Maria ci presenta. Sarà per noi sofferenza e croce, ma vissute con gioia per distribuire attorno un po’ di luce e di pace, di consolazione e di perdono. Gloria del cielo e pace della terra saremo noi, noi con lui. Questo giorno non dev’essere una parentesi, ma un inizio vero. Per qualcuno la giornata di oggi è una parentesi nella quale egli si consola per la presenza in sè di un pochino di bontà, ma ha già calcolato che dopodomani tornerà ad essere lontano dal Bambino, come prima, ed eviterà di ascoltare la sua Parola e di farsi uno con i suoi fratelli. Non tu: tu vivi questo giorno come un inizio nuovo e continuerai ad amare e adorare, ascoltare e ubbidire quel Bambino che diventa Uomo.
- 006Natale_2011it.doc(32,26 K)
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